Vivere le emozioni altrui attraverso la realtà virtuale
Negli ultimi anni, la realtà virtuale ha guadagnato sempre più terreno, spostandosi da un semplice strumento di intrattenimento a una potente tecnologia capace di influenzare molteplici settori, dalla psicologia alle neuroscienze, fino al mondo aziendale.
In questo contesto, un gruppo di ricercatori dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (ISTC) del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma ha recentemente compiuto un balzo avanti nell’utilizzo della realtà virtuale come strumento per comprendere meglio le emozioni degli altri e potenziare l’empatia.
Il loro studio innovativo, condotto nell’ambito del programma H2020 SPICE Project e pubblicato sulla rivista scientifica “Computers in Human Behavior”, ha esplorato nuovi orizzonti utilizzando la realtà virtuale per consentire ai partecipanti di migliorare il processo empatico. All’interno di un contesto museale virtuale, i partecipanti hanno potuto confrontarsi con la prospettiva di individui con caratteristiche diverse dalle proprie, come età, genere e nazionalità, tramite un processo di virtual embodiment (letteralmente incarnazione virtuale).
Al fine di misurare l’empatia dei partecipanti è stato utilizzato un approccio innovativo, combinando l’analisi del linguaggio verbale tramite sistemi di intelligenza artificiale con la misurazione delle risposte psicofisiologiche, come la microsudorazione cutanea. Questi due metodi complementari hanno fornito un’immagine completa delle reazioni emotive dei partecipanti all’interno dell’ambiente virtuale.
I risultati dello studio hanno dimostrato che l’esperienza di “indossare i panni” di persone diverse ha un impatto significativo sull’empatia dei partecipanti. Essa favorisce una migliore comprensione sia delle emozioni altrui, generalmente considerate universali, sia dei valori morali, fortemente ancorati a variabili socio-culturali.
L’aspetto distintivo dello studio risiede nell’aver utilizzato le innovative tecniche di realtà virtuale insieme a tecniche basate su grafi di conoscenza, analisi automatica del testo in real-time e segnali psicofisiologici, al fine di stimolare comportamenti prosociali e contribuire alla lotta contro l’esclusione sociale. In un mondo in cui la mancanza di comprensione verso la diversità può portare a respingimenti e indifferenza, queste scoperte sono di fondamentale importanza.
Gli autori della ricerca, Aldo Gangemi, Chiara Lucifora, Francesco Poggi, Massimiliano Schembri e Giorgio M. Grasso, confidano nel potenziale di questa tecnologia per migliorare la società, suggerendo anche nuovi scenari di applicazione in ambiti come la formazione e la promozione dell’inclusione sociale.
In conclusione, la realtà virtuale sta dimostrando di essere uno strumento potente e innovativo che può rivoluzionare il nostro approccio all’empatia e alla comprensione di emozioni e valori morali.
Link: https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0747563223002625